Text in the catalogue of Share Festival (Italy) about the lecture
"Manufacturing DisConsent". 2008.

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Non è mai esistita una società tanto potenzialmente informata su se stessa, quanto inconsapevole e remissiva. L’esplosione dei mezzi di diffusione e di produzione d’informazione, apportati grazie alla rivoluzione digitale, non hanno ancora raggiunto le auspicate utopie di una nuova società, anzi tutt’altro.

La demoniaca triade composta da - televisione – radio - giornali -  tanto studiata fin ora, rimane solo una minima parte della complessità odierna, formata dalla profusione di mezzi, spazi e canali di comunicazione.

Tanto più la  triade - censura - menzogna – monopolio – ha perso il suo potere medioevale. Grazie alla libertà della rete, anche i media tradizionali non possono far a meno di svelare verità nascoste dai governi e dalle corporations, così come films e libri di denuncia sociale sono sempre più spesso bestsellers.  

Quali sono le controffensive metodologiche di produzione / percezione culturale utilizzate dalla propaganda manipolatrice dell’assenso / dissenso? Quali sono le strategie comunicative tanto potenti al punto da sterilizzare le reazioni ad eventi di sopraffazione, creare nuove intolleranze, rendere digeribili palesi menzogne e indebolire la nostra integrità psicologica?

Negli ultimi anni abbiamo assistito allo sfascio delle libertà più ovvie, all’emanazione di leggi assurde, fino a torture, massacri di massa, costruzioni di muri e disagi repressi con la violenza più bieca. Malgrado crimini orrendi, impunità, e diseguaglianze siano evidenti e sotto gli occhi di tutti come non mai. Nonostante la facilità, economicità e velocità nella divulgazione di idee e di conoscenze, tramite tutti i mezzi a nostra disposizione. Benché le nuove generazioni siano consce delle tecniche di seduzione più basilari. 

Bisogna ripensare i media nell’era della loro moltiplicazione pervasiva e della loro incontrollata profusione di messaggi. A dispetto della libertà di parola raggiunta, abbiamo una perdita di senso, relativa alla disconnessone con il valore della realtà, e relativa ricostruzione di sitemi di valori altri.

Virilio, Baudrillard, Debord, Debray, Chomsky, Deleuze, Barthes, Jeudy, Perniola, sono solo alcuni dei personaggi che hanno tracciato le teorie più citate, riguardo le trasformazioni dei media e dei loro relativi linguaggi. Fra gli effetti studiati, siano essi indotti dalle caratteristiche tecnologiche degli stessi media o dal loro uso, riconosciamo più contingenti:

  • Degenerazione semantica nella ripetizione di messaggi contrastanti ed incoerenti.
  • Intorpidimento cerebrale provocato dal bombardamento di stimoli.
  • Ingovernabilità della complessità sociale/economica percepita.
  • Collasso del significato affondato dall’eccesso di significanti.
  • Virtualizzazione e pura rappresentazione degli avvenimenti e della vita stessa.
  • Indifferenzazione fra gli eventi arrecata dall’accumulazione d’immagini.
  • Collisione di interpretazione tramite uso strumentale di stereotipi, tassonomie e rumore.
La percezione dell’informazione è schizofrenica, ambivalente e confusa, la realtà diventa reversibile, relativa, causa–effetto si interscambiano, le persone si abituano ad uno stato di sfiducia, scetticismo, incredulità e indifferenza, fin quando le contraddizioni inaccettabili sono perfettamente assimilabili.

Le tecniche di persuasione ormai sono evolutissime, con la psicoanalisi al servizio del marketing,  le nostre emozioni, desideri, piaceri, intimità sono manovrate senza difficoltà alcuna. La fabbricazione di nuovi simulacri, fobie e bisogni, facendo leva sull’emozionalità delle persone non è un nuovo fenomeno per l’umanità, ma se precedentemente esisteva convergenza di vettori unificata, ora siamo all’opposto, così da frantumare la comunità e la psiche, fino a renderla divisa e debole.

L’informazione è una materia neutra e informe, manipolarla, ordinarla, strutturarla e darle forma, rimane la più importante e raffinata arte applicata di tutte le ideologie, religioni e governi.

Presentazione panoramica con esempi pratici di mercificazione, terrorizzazione, seduzione, segmentazione, egocentricizzazione, brandizzazione, divinizzazione, spettacolarizzazione, vetrinizzazione, banalizzazione, neutralizzazione fino alla pornotizzazione.


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